La Epilessia, ed in particolare gli Episodi Critici Epilettici, sono un un evento clinico parossistico sotteso da una disregolazione dell’attività bioelettrica encefalica. Il parossismo clinico è causato dalla scarica improvvisa, simultanea ed eccessiva di una popolazione neuronale situata nell’Encefalo a livello della sostanza grigia corticale di quest’ultimo. Il pattern neuronale suddetto interessato dalla scarica viene definito focolaio epilettogeno.
Esistono differenti forme di crisi epilettiche.
Generalizzate e Parziali. Primitive idiopatiche, Secondarie a patologie dell’Encefalo o a causa medica generale, e da predisposizione/mutazione Genetica.
Le crisi generalizzate vanno dalla semplice Assenza o “piccolo male” della durata di poche decine di secondi fino alla forma più conosciuta nell’immaginario collettivo ossia la crisi di “Grande Male” con versione del capo e degli occhi, ipertono del tronco con vocalizzo, perdita di coscienza, manifestazioni motorie tonico-cloniche ovverosia convulsioni, incostante morsus linguale e perdita del controllo degli sfinteri. La durata è compresa tra qualche decina di secondi fino a pochissimi minuti. A seguire la “fase critica” della crisi vera e propria segue tipicamente un periodo di confusione denominato “fase post-critica”.
Il grande male convulsivo costituisce circa il 60% degli attacchi epilettici. Circa un terzo incomincia come crisi convulsiva mentre i restanti due terzi inizia come crisi parziale che poi può generalizzare. Tra le forme generalizzate si riconoscono, inoltre, le crisi motorie esclusivamente toniche ed alfine le crisi con risoluzione del tono muscolare ossia atoniche. Esistono, inoltre, le così dette “crisi riflesse” ossia si convulsive vengono attivati solo da stimoli scatenanti quali le luci lampeggianti e i rumori improvvisi e le “crisi da deprivazione di sonno” con EEG negativo nelle quali l’esame neurofisiologico più importante da un punto di vista diagnostico diviene la EEG-Polisonnografia.
Le crisi parziali (o focali) possono essere suddivise in Parziali Semplici caratterizzate da sole manifestazioni motorie focali ad un arto o ad un emisoma (queste ultime alle volte con progressione jacksoniana ovvero con interessamento progressivo di un segmento corporeo dopo l’altro fino ad un intero emisoma) e senza interessamento dello stato di coscienza ed in Parziali Complesse con interessamento della coscienza o meglio “senso di distacco dall’ambiente”, con o senza manifestazioni motorie polimorfe ed interessamento psichico emotivo ed affettivo.
Ogni tipologia di crisi epilettica ha un caratteristico correlato elettroencefalografico.
Per ogni tipologia di manifestazione epilettica vi è la indicazione di farmaci anti-epilettici “mirati” piuttosto che altri. Vanno, inoltre, rammentate le forme epilettiche farmaco-resistenti.
Particolare interesse rivestono le Crisi Parziali Complesse nelle quali il focolaio epilettogeno è situato in regione temporo-meso-limbica. Un parziale interessamento dello stato di coscienza, manifestazioni motorie polimorfe ed inteso vissuto psichico emotivo ed affettivo.
In una percentuale di pazienti questo tipo di crisi a focolazio epilettogeno temporo-meso-limbico gli stessi presentano un associato disturbo psichiatrico che può andare dal semplice “disturbo di personalità” fino ad un “disturbo psicotico”. Quest’ultima può mimare clinicamente una crisi epilettica dalla quale si può distinguere facilmente per la sua lunga durata nel tempo (es: alcune ore anzichè pochi minuti). Inoltre il tracciato EEG in corso di manifestazione psicotica non mostrerà grafoelementi compatibili con crisi epilettica in corso.
Per una corretta ed accurata diagnostica sia delle crisi epilettiche che di queste ultime forme miste, oltre che dei dati anamnestici e clinici, lo specialista neurologo può avvalersi di esami strumentali di neuroimaging quali TC ed RM e di tipo neurofisiologici quali EEG-Holter, EEG-Polisonnografia e riprese Video-EEG.
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