Il Patch Test (chiamato anche Test Epicutaneo) è un esame che viene svolto per diagnosticare eventuali dermatiti da contatto, sia di origine irritativa che allergica, e prevede l’applicazione, sulla cute, di alcuni dischetti (da 20 fino a 150 pozzetti) non assorbenti, ognuno dei quali contenente un allergene da esaminare, e fissati da un cerotto (“patch”, in inglese, vuol dire, infatti, “cerotto”). Tali dischetti vengono lasciati sulla pelle per un periodo di tempo che va dalle 48 alle 72 ore (come prima lettura, mentre una seconda lettura si fa a 72-96 ore) e, se un paziente è allergico ad una determinata sostanza, nella zona di contatto compare una reazione infiammatoria locale nella forma di arrossamento, prurito o piccole vescicole.
Tale esame diagnostico si basa sul principio di “reazione di ipersensibilità di tipo IV”, quindi, è in grado di rilevare le cosiddette “reazioni allergiche ritardate”, ovvero, quelle che possono richiedere del tempo prima del loro sviluppo.
Gli allergeni utilizzati nel Patch Test sono:
- cosmetici, profumi e detersivi (vaselina, parabeni, tinture per capelli, etc.);
- sostanze chimiche usate nell’industria (resine, fibre tessili, coloranti, etc.);
- metalli (cromo, cobalto, mercurio, nichel, etc.);
- sostanze volatili (gas, fumi, goccioline, etc.);
- piante e sostanze vegetali (Edera velenosa, balsamo del Perù, polline di ambrosia).
Viene prescritto dal medico (di base, dermatologo o allergologo) quando un paziente ha dei sintomi che possono far sospettare una reazione allergica da contatto e può essere utile anche se una persona presenta un eczema da possibile dermatite atopica. Inoltre, è un utile supporto diagnostico in caso di allergie alimentari.
I dischetti contenenti gli apteni vengono, in genere, posizionati nella parte alta della schiena, quella che corrisponde alle scapole, visto che, trattandosi di una superficie abbastanza ampia, se ne possono applicare molti. Alternativamente, lo si può fare sull’avambraccio.
Durante il periodo in cui i dischetti vengono applicati, il paziente deve rispettare degli accorgimenti:
- Evitare di prendere il sole (anche quattro settimane prima del test) e/o fare esercizio fisico poiché la sudorazione potrebbe far staccare i dischetti;
- Non bagnare la parte sotto osservazione (quindi non fare ne doccia ne bagno);
- Non toccarsi, grattarsi e strofinare la parte sotto osservazione (se si dovesse avvertire un forte prurito bisogna resistere allo stimolo di grattarsi);
Si consiglia, inoltre, di dormire in posizione prona.
Per quanto riguarda, invece, farmaci e trattamenti, bisogna sospendere l’utilizzo di:
- creme a base di corticosteroidi nella zona di applicazione almeno 15 giorni prima del test;
- corticosteroidi orali almeno 20 giorni prima del test;
- farmaci antistaminici per via sistemica almeno 7 giorni prima del test;
L’esame è sconsigliato in caso di gravidanza e allattamento. Come ultima avvertenza, al medico con cui si esegue il Patch Test bisogna, assolutamente, comunicare se si hanno avute, in passato, reazioni allergiche gravi come shock anafilattici o edemi della glottide.
L’esame è indolore e sicuro, infatti, gli allergeni testati vengono inseriti in quantità talmente esigue che, anche in caso di allergie gravi, non potrebbero causare problemi gravi e pericoli. Le reazioni sistemiche come orticaria e shock anafilattico, infatti, sono molto rare. Le quantità, anche se esigue, sono , in ogni caso, sufficienti da far scaturire una reazione infiammatoria anche a pazienti con scarsa sensibilità cutanea.