La visita allergologica serve per valutare la possibile natura allergica di sintomi come prurito agli occhi o in altre parti del corpo (orticaria, eczema), difficoltà respiratoria (rinite, asma bronchiale), mal di testa, disturbi gastrointestinali, ecc…
Lo scopo della visita allergologica è di impostare gli accertamenti utili per identificare l’allergene responsabile del disturbo e stabilire il trattamento più idoneo. Essa può anche essere impiegata per monitorare l’eventuale evoluzione di un’allergia già diagnosticata.
La giusta preparazione per la visita allergologica
Almeno cinque giorni prima della visita è opportuno non assumere antistaminici e, se il sintomo è una forma di dermatite, si consiglia di evitare l’uso di cortisonici nelle due settimane precedenti l’esame.
Inoltre, il giorno della visita il paziente deve portare con sé tutta la documentazione relativa al problema allergologico, gli ultimi esami del sangue, l’elenco dei farmaci che assume.
In che cosa consiste la visita allergologica
Dopo la raccolta delle informazioni sulla storia e lo stile di vita del paziente (ereditarietà familiare per allergie, alimentazione, vizio del fumo, consumo di alcol, frequenza di attività fisica, tipologia di impiego, assunzione di farmaci ecc.), la visita prevede la visione di eventuali esami medici già effettuati e l’esecuzione di alcuni test. I principali sono:
- il Prick test, che consiste nell’iniettare nella pelle una piccola quantità di sostanza allergenica; se dopo circa venti minuti la zona si gonfia, si arrossa o si scalda, significa che l’organismo è sensibile all’allergene (questa sensibilità non è tuttavia sempre corrispondente a un’allergia);
- il Patch test, che consiste nell’applicazione sulla pelle di cerotti contenenti estratti allergizzanti;
