“L’affetto per un cane dona grande forza all’uomo” diceva Seneca e l’efficacia degli interventi assistiti con gli animali (IAA), più noti come Pet therapy, lo dimostrano sotto più aspetti.
Il concetto di “pet therapy” sembra sia stato enunciato per la prima volta dal neuropsichiatra infantile Boris Levinson nel 1953. Levinson conferisce al cane il ruolo di co-terapeuta elaborando così la teoria della “pet oriented child psychotherapy”, che si basa su alcuni paradigmi della psicologia infantile e del rapporto bambino-animale.

Amici a 4 zampe nei centri medici?

Ebbene sì! i cagnolini impiegati nella pet therapy posseggono una propria cartella clinica che assicura loro controlli periodici per monitorare lo stato di salute, oltre a certificarne l’attitudine e il carattere più adatto per ogni tipo di intervento.
Esistono diversi tipi di approcci che accompagnano il percorso di crescita di bambini e adolescenti sia individuale che di gruppo.
Distinguiamo tra:
Percorso ludico ricreativo
e di socializzazione attraverso il quale si promuove il miglioramento della qualità della vita e la corretta interazione uomo-animale;
Percorso educativo
ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale delle persone in difficoltà;
Percorso riabilitativo terapeutico
finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale.
Come scegliamo il percorso più adatto a noi?
Le strade per avvicinarsi agli interventi assistiti con animali sono diverse. Chiarire l’obiettivo può essere un buon punto di partenza, e un incontro iniziale può esserti di aiuto.
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