Le macchie di Rorschach rappresentano uno strumento largamente impiegato in campo psicodiagnostico.
Più precisamente, si tratta di particolari figure (macchie d’inchiostro) dotate di una forma apparentemente senza senso impiegate per eseguire il cosiddetto test di Rorschach, allo scopo di indagare la personalità di un individuo.
Le macchie di Rorschach prendono il nome dal loro ideatore, lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach che le rese pubbliche nel 1921 attraverso la pubblicazione del suo libro “Psychodiagnostik”.
I campi in cui le macchie di Rorschach vengono utilizzate per effettuare il suddetto test spaziano dalla psicologia alla psichiatria. Naturalmente, per garantire la corretta esecuzione del test, le macchie devono essere impiegate solo da psicologi e psichiatri specializzati in quest’ambito.
Nonostante ancora oggi l’uso delle macchie di Rorschach sia molto diffuso in ambito clinico, l’attendibilità del test con esse effettuato è oggetto di accesi dibattiti fra sostenitori e scettici.
Le macchie di Rorschach sono macchie d’inchiostro aventi differenti forme – volutamente ambigue – e diversi colori. Nel dettaglio, per l’indagine della personalità di un individuo vengono utilizzate dieci diverse figure, di cui cinque sono monocromatiche e di colore nero, due sono di colore rosso e nero e tre sono policromatiche.
Le macchie di Rorschach sono tutte simmetriche e vengono sottoposte al paziente seguendo un ordine ben preciso e adottando determinate regole, in maniera tale da rendere il test il più possibile attendibile.
Le macchie di Rorschach furono create dall’omonimo psichiatra dopo anni di ricerche e tentativi come strumento per la diagnosi di schizofrenia e non per determinare la personalità di un individuo come, invece, accade oggi. Difatti, l’uso delle macchie di Rorschach come strumento per l’esecuzione di un test proiettivo della personalità si diffuse solo a partire dal 1939, ossia ben diciassette anni dopo al morte dello psichiatra svizzero (1922).
Le macchie di Rorschach vengono utilizzate per eseguire l’omonimo test in ambito sia psicologico che psichiatrico, allo scopo di analizzare le caratteristiche della personalità di un paziente. Nel dettaglio, il test eseguito con l’ausilio delle macchie di Rorschach è un test psicologico proiettivo nell’ambito del quale il paziente deve fornire informazioni in seguito a stimoli visivi appositamente ambigui; in questo caso specifico, in seguito alla visualizzazione delle macchie di Rorschach.
Più in particolare, l’esecuzione del suddetto test dovrebbe fornire informazioni circa il funzionamento del pensiero del paziente, consentendo l’individuazione di eventuali disagi o conflitti interni. Difatti, l’interpretazione data dal paziente alle immagini volutamente ambigue che gli vengono mostrate è frutto della sua stessa mente, quindi, può essere utile nel fornire indicazioni circa la sua personalità e la presenza o meno di condizioni patologiche non ancora diagnosticate. In quest’ultimo caso, perciò, le macchie di Rorschach potrebbero rivelarsi utili nello stabilire un’adeguata terapia psicologica.
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