Il rischio più importante della mancata stabilità nell’anziano è la caduta accidentale. La frequenza del rischio caduta aumenta con l’aumentare dell’età. Le cadute contribuiscono al 40% delle ospedalizzazioni degli anziani.
Le cause sono multifattoriali e comprendono il declino funzionale correlato all’età e alla malattia, i rischi ambientali e alcuni effetti collaterali dei farmaci soprattutto in pazienti politrattati. In quanto problematica multifattoriale, la valutazione richiede quindi la partecipazione di varie figure professionali: l’otorinolaringoiatra, il fisioterapista, l’oculista, il neurologo, l’internista.
1) Un segno di alterato equilibrio nell’anziano è rappresentato da anomalie nell’andatura.
Può essere osservata un perdita di simmetria nel movimento. Normalmente la lunghezza del passo, la cadenza, la mobilità delle caviglie e delle anche sono uguali sia a destra che a sinistra. Una cadenza di passo o di falcata imprevedibili o altamente variabili indicano una perdita del controllo motorio della deambulazione. Una volta iniziata la marcia i passi devono essere continui e regolari. L’arresto improvviso o il rallentamento suggeriscono una marcia cauta, il timore di cadere, o un disturbo della deambulazione. Anche trascinare i piedi non è normale ed è un fattore di rischio di caduta. Il trascinamento della punta del piede può essere secondario a debolezza muscolare, alla rigidità dei muscoli del polpaccio o alla posizione del bacino. Il passo corto è aspecifico e può essere dovuto al timore di cadere, oppure a un disturbo neurologico o muscolo-scheletrico. La festinazione è una progressiva accelerazione dei passi con inclinazione del busto per evitare di cadere in avanti, il contrario della retropulsione in cui la sensazione è quella di cadere indietro. La deviazione dal percorso durante la deambulazione è una chiara indicazione di deficit del controllo motorio.
2) disturbi dell’equilibrio possono essere conseguenti ad alterazioni dell’apparato vestibolare periferico oppure a patologie del sistema nervoso centrale. Di seguito alcune tra le più comuni forme di vertigine periferica.
La vertigine posizionale è la patologia vestibolare più frequente ed è caratterizzata da attacchi di vertigine posizionale della durata di pochi minuti scatenati dai cambiamenti di posizione. Sono episodi che si risolvono spontaneamente e nel 50% dei casi sono ricorrenti. La diagnosi si effettua in base delle caratteristiche del nistagmo evocato dalle manovre di posizione e posizionamento. Il trattamento consiste nelle manovre liberatorie.
La diagnosi si basa su un’accurata raccolta della storia clinica, ed anche su un singolo esame audiometrico, e di due o più episodi vertigine spontanea della durata tra 20 minuti e le 12 ore associata a sintomi cocleari quali una ipoacusia neurosensoriale sulle basse e medie frequenze documentata con almeno un esame audiometrico nell’orecchio sede della lesione che accompagna l’episodio vertiginoso, acufeni, senso di ovattamento auricolare nell’orecchio leso.
La Malattia di Meniere è caratterizzata dalla triade sintomatologica vertigine, ipoacusia, ed acufeni. La causa è una idrope endolinfatica causa degli episodi ricorrenti tipici della malattia.
La vertigine emicranica è caratterizzata dall’associazione con emicrania o sintomi emicranici di accompagnamento quali cefalea, fonofobia, fotofobia o aura visiva. Gli attacchi di vertigine emicranica possono essere correlati al ciclo mestruale, episodi di stress, alla mancanza di sonno e possono essere accompagnati ad ipoacusia, acufeni e fenomeni neurovegetativi.
La vertigine vascolare è conseguente ad eventi ischemici con conseguente sindrome vestibolare acuta. I criteri orientativi per la diagnosi sono legati all’età, presenza di patologie cardiovascolari, ipertensione arteriosa, presenza di sintomi clinici neurologici. Test vestibolari specifici (protocollo HINTS) e indagini diagnostiche quali RM e TC permettono di confermare la diagnosi. Pazienti anche con un singolo episodio di vertigine vascolare acuta presentano un rischio di cerebropatia vascolare acuta tre volte superiore a quello della popolazione generale.
Il deficit vestibolare acuto nella neurite vestibolare è caratterizzato da un improvviso deficit di uno o entrambi gli apparati vestibolari periferici con una sindrome vertiginosa acuta. La causa nella maggior parte dei casi rimane sconosciuta anche se appare in molti casi probabile l’ eziologia virale. Anche una ischemia a carico dall’arteria vestibolare superiore può manifestarsi con un deficit vestibolare acuto. L’arteria irrora uticolo e canali semicircolari laterale e anteriore, innervati dal nervo vestibolare superiore, a sua volta coinvolto più spesso di quello inferiore in tali forme di neurite vestibolare. L’esame vestibolare mostra in fase acuta un nistagmo spontaneo orizzontale-rotatorio con componente torsionale e fase rapida diretta verso il lato sano.
La valutazione completa mutidisciplinare consente di effettuare una diagnosi in base alla quale possono essere messi a punto specifici programmi di rieducazione dell’equilibrio e di prevenzione della caduta nell’anziano. E’ dimostrato che buoni livelli di attività fisica aiutano a mantenere la mobilità, anche nei pazienti anziani o con patologia. L’esercizio regolare migliora infatti l’andatura e le misure di mobilità nelle prove a breve e lungo termine.
L’esame vestibolare prevede, oltre le classiche prove vestibolari, lo studio dei movimenti oculari in videoscopia con prove di posizione e posizionamento e il test impulsivo del capo o vHIT, un esame che misura il guadagno del riflesso vestibolo-oculomotore e la funzionalità dei canali semicircolari.
L’esame è di facile esecuzione, il paziente è seduto di fronte all’apparecchio, dotato di una telecamera ad altissima frequenza di campionamento, che registra automaticamente il guadagno del riflesso vestibolo oculomotore durante i movimenti del capo. Al termine dell’esame viene fornito un report che evidenzia l’eventuale deficit vestibolare.
Sulla base della risposta viene quindi personalizzato il piano terapeutico o gli esercizi per la rieducazione vestibolare.
ESAME VESTIBOLARE
TERAPIA RIEDUCATIVA VESTIBOLARE E DELL’EQUILIBRIO
I fisioterapisti specializzati nei disturbi dell’equilibrio personalizzano i programmi di esercizi per migliorare l’equilibrio e per correggere i problemi specifici per diminuire il rischio di caduta.